Israele

Carcere per i richiedenti asilo

- 16 Dicembre 2013

Fino a un anno di carcere per i richiedenti asilo, anche se non hanno commesso alcun crimine. Lo prevede una nuova legge approvata dalla Knesset, il parlamento israeliano. Questa nuova misura fa parte di un pacchetto di provvedimenti al vaglio del governo che mira a far diminuire il numero di richiedenti asilo nel Paese che oggi sono circa 55 mila.
Nel 95% dei casi si tratta di uomini e donne in fuga dall’Eritrea o dal Sudan e che per raggiungere Israele hanno dovuto attraversare il deserto del Sinai. E che in molti casi hanno dovuto subìre le violenze dei beduini che lucrano sul traffico di esseri umani. Ma per il governo di Israele la loro presenza rappresenta una minaccia «per l’identità ebraica del Paese».

La nuova legge, scritta dal ministro dell’Interno Gideon Saar, dopo che la corte suprema aveva invalidato un precedente provvedimento perché incostituzionale, prevede anche la costruzione di “Centri di detenzione aperti” per migranti che dovrebbero essere costruiti nel Sud del Paese. Centri aperti durante il giorno ma chiusi durante la notte che accoglieranno circa 3.300 migranti: avranno cibo, un tetto sulla testa e cure mediche. Ma non potranno lavorare e – secondo quanto denunciato da attivisti locali – per assicurarsi che il divieto venga rispettato ci saranno tre conte al giorno, proprio come avviene nelle carceri. Le associazioni per i diritti civili in Israele hanno denunciato che la nuova legge è persino peggiore rispetto a quella giudicata incostituzionale dalla Corte Suprema. «I cosiddetti Centri di detenzione aperti non sono altro che carceri isolati nel mezzo del deserto».