Uno studio scientifico rivelerebbe la totale inaffidabilità della misurazione del polso o della panoramica dei denti per stabilire l’età dei minori. Fino a ieri si parlava di un’imprecisione solo di due anni. Ma “ci sono teenager che hanno una struttura ossea da adulti già a 15 anni”
LO STUDIO. La radiografia del polso e l’esame dell’arcata dentale portano a risultati sbagliati in un caso su tre. Lo dimostra uno studio scientifico in fase di pubblicazione.
Come si accerta l’età di un immigrato senza documenti? Come si stabilisce se ci si trova davanti a un minore, e dunque un soggetto a cui spetta di diritto un certo trattamento e un certo tipo di protezione, o a una persona maggiorenne?
In Italia, come in altri 21 Paesi europei, si usa la tecnica della misurazione del polso attraverso una radiografia. In altri si opta per la panoramica dei denti. Entrambi i sistemi sono riconosciuti come approssimativi: ci può essere un’imprecisione di due anni. Almeno, questo era quello che sapevamo fino a ieri. Il New Scientist, autorevole periodico scientifico, dà notizia di uno studio in procinto di essere pubblicato dal British Medical Bulletin, che evidenzierebbe un’approssimazione di gran lunga maggiore.
Rileverebbe, in buona sostanza, la totale inaffidabilità di questi metodi che sono nati, d’altra parte, non per accertare l’età delle persone ma il grado di sviluppo dello scheletro e dell’apparato dentale. «Ci sono teenager che hanno una struttura ossea da adulti già a 15 anni. Altri la raggiungono a 20», ha detto al New Scientist un autore dello studio, Tim Cole dell’University College London. «Alla domanda se qualcuno sia minorenne, i raggi X danno la risposta sbagliata nel 30 per cento dei casi». Il discorso non cambia se ci si concentra sui denti. Si tratta di metodi superficiali, di procedimenti non scientifici, dai quali dipende la sorte di centinaia e centinaia di persone. E’ troppo chiedere ai governi di prenderne atto?
Stefania Ragusa