Silvi Marina

Congresso Romanì

- 15 Settembre 2013

Superare l’approccio basato sul folklore ed elaborare proposte per una nuova politica.

Si è tenuto il 7 e l’8 settembre scorsi, a Silvi Marina in provincia di Teramo, il secondo congresso della Fondazione Romanì, il nuovo soggetto che raccoglie associazioni e gruppi dell’associazionismo rom e sinti (per saperne di più sulla Fondazione si veda la nostra intervista a Nazzareno Guarnieri).

Nel suo intervento di apertura, il presidente uscente Nazzareno Guarnieri ha affrontato il tema del riconoscimento della minoranza linguistica rom: «Tutti la vogliono, nessuno la porta avanti», ha detto, sottolineando che sarà un tema fondamentale in futuro perché «presupposto essenziale per qualsiasi politica culturale e di inclusione».

Guarnieri si è soffermato sulla necessità di superare «quell’approccio alle tematiche rom e sinte, fondato sul folklore e sull’assistenzialismo». «Una politica per la cultura romanì è oggi inesistente», ha aggiunto, «a livello di società civile c’è tanto folklore, ma la cultura romanì non è solo cucina, musica e abbigliamento. E lo sviluppo della mentalità assistenziale sta distruggendo la popolazione romanì».

Dal congresso sono emerse proposte per una «nuova politica»: il superamento dei campi, l’emancipazione dei giovani rom attraverso la scuola e l’accesso alle professioni, il riconoscimento della minoranza linguistica romanì. Le associazioni rom possono fare molto in questo contesto, superando «la vittimizzazione e il fatalismo persecutorio».