
Shutterstock
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha autorizzato l’amministrazione Trump a procedere con le espulsioni di un gruppo di migranti trattenuti in una base militare in Gibuti, con destinazione il Sud Sudan, confermando una linea dura sulla gestione dell’immigrazione. La decisione è stata diffusa da fonti della Cnn e rappresenta un importante passo nell’applicazione delle politiche migratorie volute dall’attuale presidente.
La sentenza della Corte Suprema e il contesto delle espulsioni
L’ordinanza della Corte Suprema autorizza l’amministrazione Trump a deportare migranti verso paesi terzi, diversi da quelli d’origine, senza l’obbligo di fornire un preavviso scritto o di garantire un giusto processo, come stabilito da un precedente giudice distrettuale. La decisione arriva pochi giorni dopo un’altra pronuncia del massimo tribunale che aveva già dato il via libera a questa pratica, sbloccando di fatto le espulsioni accelerate volute dal governo federale.
La sentenza non è stata unanime: i due giudici progressisti, Sonia Sotomayor e Ketanji Brown Jackson, hanno espresso un dissenso netto, denunciando quella che hanno definito una “tolleranza verso comportamenti illegali” da parte dell’amministrazione e un grave abuso della discrezionalità della Corte in materia di equità e giusto processo. Sotomayor ha sottolineato come la decisione metta a rischio la tutela dei diritti fondamentali dei migranti, accusando la maggioranza di ignorare le conseguenze “di vita o di morte” che queste espulsioni comportano.
Le nuove misure in Florida e la linea dura sull’immigrazione
Parallelamente, in Florida è in corso la realizzazione di un nuovo centro di detenzione per migranti, soprannominato “Alligator Alcatraz” per la sua posizione isolata tra le paludi delle Everglades, circondata da alligatori e pitoni. Il progetto, sostenuto dalla ministra per la Sicurezza interna Kristi Noem e dal procuratore generale dello Stato, James Uthmeier, prevede di ospitare fino a 5.000 detenuti senza permesso entro la fine di luglio.
Questa iniziativa richiama una vecchia proposta di Trump del 2016, che prevedeva la creazione di fosso con coccodrilli intorno ai centri di detenzione per scoraggiare le fughe. I costi saranno coperti in gran parte da fondi federali, senza gravare sul bilancio della Florida. Intanto, l’amministrazione Trump ha intensificato le espulsioni con procedure accelerate verso paesi terzi, suscitando dure reazioni da parte dell’opposizione democratica e delle organizzazioni per i diritti umani.