
ANSA / DOMENICO PALESSE
Dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale, gli avvocati milanesi Eugenio Losco, Mauro Straini e Gianluca Castagnino hanno depositato un’istanza urgente per ottenere la liberazione di un migrante trattenuto nel Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Ponte Galeria, a Roma. La pronuncia della Consulta ha infatti messo in luce un’importante criticità giuridica riguardante le modalità di trattenimento nei Cpr.
La sentenza della Corte Costituzionale sui Cpr
La Corte Costituzionale, pur dichiarando inammissibili le questioni sollevate dal giudice di pace di Roma, ha accertato l’illegittimità dell’attuale regolamentazione delle modalità di trattenimento nei Cpr in quanto contraria all’articolo 13, comma 2, della Costituzione, che tutela la libertà personale. La Consulta ha chiarito che il trattenimento nei centri comporta un “assoggettamento fisico all’altrui potere”, configurando quindi una forma di limitazione della libertà personale soggetta a riserva di legge, come accade per la detenzione in carcere.
I giudici hanno sottolineato come la normativa vigente sia del tutto inadeguata a definire con sufficiente precisione i “modi” della restrizione e i diritti delle persone trattenute, affidando gran parte della disciplina a norme regolamentari e provvedimenti amministrativi discrezionali. La Consulta ha dunque indicato un “vulnus” legislativo che deve essere colmato dal Parlamento.
La reazione degli avvocati e le risposte istituzionali
In risposta alla sentenza, gli avvocati Losco, Straini e Castagnino hanno depositato una richiesta di immediata liberazione di un assistito, evidenziando che in assenza di una disciplina legislativa chiara sui modi del trattenimento, tutti i trattenuti nei Cpr dovrebbero essere liberati.
Dal Ministero dell’Interno è arrivata la precisazione che la legge istitutiva dei Cpr risale al 1998 (legge Turco Napolitano) e che la pronuncia della Consulta evidenzia una carenza normativa di vecchia data, senza però mettere in discussione la legittimità dell’uso dei centri per il rimpatrio dei migranti irregolari. Gli uffici del Viminale sono già impegnati nella redazione di una nuova norma di rango primario per rispondere alle criticità evidenziate.
L’opposizione politica ha chiesto invece la sospensione immediata delle convalide di trattenimento nei Cpr in attesa di un intervento legislativo, definendo questi centri come un “buco nero del diritto”.