
ANSA/GIUSEPPE LAMI
Nel corso di un’intervista al Tg1, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito con fermezza la sua volontà di proseguire nell’azione di contrasto all’immigrazione illegale, nonostante le difficoltà incontrate a livello nazionale e internazionale. La premier ha sottolineato come l’Italia stia giocando un ruolo chiave nella rivoluzione dell’approccio europeo alla gestione dei flussi migratori.
Priorità sulla sicurezza dei confini esterni
“Mi do l’obiettivo di continuare a far scendere i numeri degli immigrati illegali che arrivano in Italia“, ha dichiarato Meloni, evidenziando il cambio di paradigma nell’Unione Europea. Il dibattito, secondo la presidente del Consiglio, non verte più sulla redistribuzione degli immigrati illegali tra i Paesi membri, ma sulla necessità di difendere i confini esterni dell’Europa, un risultato che l’Italia sta ottenendo grazie al proprio impegno e alle proprie politiche.
Questa nuova linea di azione rappresenta un punto di svolta rispetto alle strategie precedenti, e Meloni si è detta decisa a esplorare ulteriori soluzioni innovative per gestire il fenomeno migratorio, anche se ciò comporta scontri politici interni.
Critiche alla magistratura politicizzata
La premier ha inoltre espresso critiche verso una parte della magistratura che, a suo avviso, sarebbe politicizzata e ostacolerebbe le politiche migratorie del governo. “Nonostante l’opposizione di una parte politicizzata della magistratura, della sinistra immigrazionista, continuiamo a ragionare su soluzioni innovative“, ha affermato, ribadendo che gli italiani hanno richiesto un governo deciso su questo tema e che nessuno impedirà loro di portare avanti questo mandato.
Giorgia Meloni, prima donna presidente del Consiglio nella storia d’Italia, conferma così la sua linea dura sull’immigrazione, un tema che caratterizza fortemente il suo esecutivo fin dall’insediamento avvenuto ormai nell’ottobre 2022. La sua leadership nel partito Fratelli d’Italia e la presidenza del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei fino al gennaio 2025 hanno consolidato la sua posizione come protagonista della scena politica nazionale ed europea.