
ANSA/LUCA ZENNARO
La nave Humanity 1, con 68 migranti a bordo, è giunta al porto della Spezia intorno alle 9.30. Il sito di sbarco è stato allestito per la prima accoglienza, supportato dalla Croce Rossa e diverse associazioni. Tra i migranti, ci sono 16 minori non accompagnati e 6 donne. I migranti, salvati nel Mar Mediterraneo, saranno divisi tra la Liguria e altri centri italiani
Questa mattina, intorno alle 9:30, la nave Humanity 1 ha attraccato al porto della Spezia, portando a terra 68 migranti salvati in mare. L’operazione di sbarco è stata organizzata con grande attenzione e cura, attuata direttamente sul molo, dove è stata allestita una zona di accoglienza sotto il coordinamento della prefettura. Il dispositivo di accoglienza ha visto la partecipazione attiva della Croce Rossa, con quindici volontari e tre ambulanze pronte a fornire assistenza medica immediata.
Associazioni in supporto ai migranti
Numerose associazioni, tra cui Cgil, Arci, Anpi, Caritas e Amnesty International, erano presenti per garantire un supporto completo ai migranti in arrivo. Questo sbarco è emblematico della continua crisi migratoria che colpisce il Mediterraneo, un mare che purtroppo ha visto troppi naufragi e perdite di vite umane.
I migranti a bordo della Humanity 1 provengono da diverse nazioni, tra cui Bangladesh, Egitto, Iran, Pakistan e Somalia. Tra di loro, si contano 16 minori non accompagnati e sei donne, un aspetto che sottolinea la vulnerabilità di alcuni dei più colpiti da questa crisi. È cruciale che vengano garantiti loro i diritti e le protezioni necessarie.
Redistribuzione dei migranti in Italia
Le autorità hanno reso noto che circa la metà dei migranti sarà accolta in Liguria, mentre il resto sarà trasferito in altri centri di accoglienza sparsi nel territorio italiano. Questo processo di redistribuzione è parte di un impegno più ampio per affrontare le sfide legate all’immigrazione, un tema che continua a generare dibattiti accesi in tutto il paese.
La commissaria straordinaria dell’Autorità portuale del Mar Ligure Orientale, Federica Montaresi, ha seguito da vicino le operazioni, evidenziando l’importanza di un approccio umanitario e coordinato nell’affrontare questo fenomeno complesso. La presenza di diverse organizzazioni di volontariato dimostra come la società civile sia pronta a rispondere a queste emergenze, sottolineando l’importanza della solidarietà in momenti di crisi.