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I giudici di Torino hanno annullato il trattenimento nel Cpr di un migrante marocchino, seguendo una recente sentenza della Cassazione. Dopo l’espulsione, il migrante aveva chiesto protezione internazionale, ma la mancanza di informazioni adeguate ha portato all’annullamento del procedimento
Un recente caso di giustizia in Piemonte ha messo in luce le problematiche legate al trattamento dei migranti e, in particolare, il rispetto dei loro diritti. I giudici di Torino hanno annullato il trattenimento di un giovane marocchino nel Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr), richiamando una sentenza della Corte di Cassazione del 22 aprile, che ha evidenziato l’importanza di garantire un’informazione adeguata ai migranti riguardo ai loro diritti.
Il caso del giovane marocchino
Il marocchino, fuggito dal suo Paese d’origine da minorenne, era arrivato in Spagna prima di passare in Italia. La Prefettura di Torino ha emesso un decreto di espulsione il 31 marzo, eseguito dalla questura di Bologna il 18 aprile. Dopo essere stato portato nel Cpr, il giovane ha fatto richiesta di protezione internazionale il 28 aprile. Tuttavia, le autorità hanno disposto un nuovo trattenimento, sostenendo che la domanda fosse stata presentata unicamente per ritardare l’espulsione.
L’importanza dell’informazione
La difesa del migrante ha eccepito un aspetto cruciale: le autorità non avevano rispettato l’obbligo informativo previsto dalla legge sull’immigrazione del 1998. I giudici hanno sottolineato che non esisteva alcuna prova della corretta compilazione del “foglio notizie” al momento del controllo del marocchino a Torino. Inoltre, quando è stato trasferito nel Cpr, gli era stato consegnato un opuscolo informativo, ma non era chiaro quando e in che modo queste informazioni fossero state comunicate, né se fossero state tradotte in una lingua comprensibile per lui.
Conseguenze e riflessioni
Il Tribunale ha evidenziato che l’informazione era stata fornita solo dopo l’espulsione e l’ingresso nel Cpr, un ritardo che ha portato all’annullamento del trattenimento. Questo caso non solo evidenzia le lacune nell’informazione ai migranti, ma solleva interrogativi sull’effettiva applicazione dei diritti umani nel contesto delle procedure di espulsione in Italia. La questione dell’accesso ai diritti fondamentali per i migranti resta una sfida cruciale, richiedendo un’attenzione costante da parte delle istituzioni.