Approvato il pacchetto sicurezza: stretta su prostituzione ed espulsione comunitari

L.M. - 20 Novembre 2010
Stretta sui comunitari che non hanno i “requisiti” per abitare in Italia: lavoro, reddito idoneo e abitazione stabile. E’ il preludio alla prossima cacciata dei rom?
di Redattore Sociale


ATTUALITA’. Nel disegno di legge, approvato oggi dal Consiglio dei ministri, viene introdotta l’Espulsione dei cittadini comunitari “per ordine pubblico”, ossia se restano sul territorio dopo 90 giorni e dopo l’invito all’allontamento previsto dalla direttiva 38 del 2004. Lo riferisce il ministro Roberto Maroni, in conferenza stampa a palazzo Chigi.

La norma e’ stata inserita nel disegno di legge e non nel decreto sulla sicurezza, spiega, perche’ il governo ha voluto “notificare la proposta all’Unione Europea”, una scelta fatta non “per obbligo, ma per prassi di leale collaborazione” e quindi “per sapere se la commissione e’ d’accordo”. Maroni spiega che c’e’ una norma europea, la 38 del 2004, che prevede che se un cittadino dell’Unione europea “vuole risiedere stabilmente in un paese oltre i 90 giorni deve soddisfare certi requisiti e cioe’, avere un lavoro, un reddito e un’idonea abitazione. La violazione oggi – precisa Maroni- non e’ sanzionata e dunque noi introduciamo una sanzione che e’ l’invito ad allontanarsi”. Il “mancato rispetto” fa scattare “l’espulsione del cittadino comunitario per motivi di ordine pubblico”.


E sull’Ue precisa: “Ho fatto presente in Consiglio dei ministri che, dopo le polemiche sulle politiche” sulla immigrazione “l’Italia e’ il Paese che non ha ricevuto alcuna censura dalla Commissione Europea”. Maroni ricorda le polemiche sui campi rom e sulle impronte digitali ai minori puntualizzando che “la comunita’ europea ha sempre assolto l’Italia” non individuando “alcuna violazione”. Tutto cio’ a dimostrazione del fatto che il governo si muove nel “pieno rispetto dei trattati internazionali”

Il premier Silvio Berlusconi ha poi annunciato in conferenza stampa che l’introduzione del reato di prostituzione, fermo in Parlamento da tempo, e’ stato stralciato e inserito nel pacchetto sicurezza approvato oggi dal Cdm. “Avendo constato – dice Berlusconi – che il reato di prostituzione non ha proceduto in Parlamento, abbiamo deciso di riprendere quella norma, di riapprovarla una seconda volta, e di inserirla in questo nuovo provvedimento”. Il decreto legge sulla sicurezza prevede anche di applicare “il foglio di via per chi esercita la prostituzione violando le ordinanze dei sindaci”,spiega il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Inoltre, in materia di sicurezza urbana, aggiunge, “viene rafforzata l’azione dei sindaci: il prefetto dispone il concorso delle forze di polizia per assicurare l’attuazione delle ordinanze”.


LA CRITICA. Estremamente critico il giudizio di Fulvio Vassallo Paleologo, docente di diritto d’asilo presso l’Università di Palermo e membro dell’Associazione studi giuridici immigrazione (Asgi) sui provvedimenti approvati oggi dal Consiglio dei ministri, che prevedono l’introduzione del reato di prostituzione e l’espulsione dei cittadini comunitari. “Da quello che si apprende finora – ha detto a Redattore sociale – l’introduzione del reato di prostituzione porterà a una maggioreclandestinizzazione delle donne che sono sulla strada e quindi a un maggiore pericolo per loro”. Per il giurista, dunque, si tratta di “un provvedimento che non comprende alcuna possibilità di recupero e di reinserimento”, ma anche di “un provvedimento che accresce il potere del racket che, in questo modo, potrà tenere le donne in luoghi ancora più clandestini”. Secondo Paleologo, inoltre, si tratta di “un provvedimento di facciata che non avrà alcun impatto concreto sulla diffusione di questo fenomeno”.

Ancora più “negativa dal punto di vista tecnico giuridico” l’espulsione dei comunitari per ragioni di ordine pubblico. “Tale tentativo va contro la normativa comunitaria – ha sottolineato il docente –. Si inganna l’opinione pubblica con un annuncio di provvedimento che dovrà essere approvato da Bruxelles”. “Per quanto se ne apprende – ha precisato Paleologo – ricalca un precedente provvedimento che il governo ha tentato di approvare nel 2008 e che è stato successivamente bloccato da Bruxelles, in quanto non confacente con la direttiva comunitaria 38 del 2004”. Secondo il giurista, infatti, “i motivi di ordine pubblico cui ha fatto riferimento il ministro Maroni non possono derivare dalla mancanza di reddito o dalla presenza per un tempo di oltre tre mesi in un territorio. Se parificano i motivi di ordine pubblico a queste due circostanze – ha concluso – ci sono elevate possibilità il provvedimento venga bocciato dall’Unione europea”.