LasciateCIEntrare, visita al valico di Fiumicino

Corriere Immigrazione - 27 Aprile 2012

A Fiumicino c’è una zona in cui i migranti, di transito, vengono rinchiusi. Non dovrebbe essere un luogo di permanenza, ma le autorità ammettono che, a volte, di fatto lo è. Visita nell’ambito di Open Access Now/LasciateCIEntrare

CIE. All’interno della Campagna europea Open Access Now – LasciateCIEntrare, anche in Italia prosegue la mobilitazione per la libertà di informazione in tutti i luoghi in cui i migranti vengono detenuti o trattenuti, anche per brevi periodi. Questa mattina, il responsabile immigrazione di Arci Lazio, Claudio Graziano, la cui richiesta non aveva ricevuto risposta, grazie alla presenza del senatore Marco Perduca del Partito Radicale, ha potuto visitare il valico di frontiera dell’aeroporto di Fiumicino.

Lo scopo era verificare se anche quella zona viene utilizzata come luogo di trattenimento, per quanto temporaneo, e se il diritto alla libertà personale e alla difesa, nel caso di limitazione della libertà, siano rispettati, come pure la possibilità di accedere alle procedure per l’asilo nel caso ne sia fatta richiesta.
Le stesse autorità aeroportuali hanno ammesso che, nei periodi in cui gli arrivi di stranieri non comunitari sono particolarmente numerosi, quella zona, che dovrebbe essere di transito, diventa di permanenza. I migranti costretti a passarvi la notte devono arrangiarsi sui sedili d’attesa o per terra, i pasti vengono forniti solo ai richiedenti asilo, mentre agli altri vengono forniti buoni pasti da utilizzare nell’area. Per le donne e i bambini è invece prevista la permanenza in una piccolissima stanzetta, spoglia e priva di finestre. Quel che emerge è insomma l’assoluta inadeguatezza a garantire un’accoglienza dignitosa a chi viene trattenuto in un luogo che peraltro non è previsto che debba assolvere a questa funzione. 
Dai dati forniti, emerge invece che l’anno scorso e nei primi mesi di quest’anno vi sono transitati per periodi più o meno lunghi un numero consistente di stranieri. Nel 2011, 934 richiedenti asilo e ben 3094 rimandati in Italia da altri paesi in base alla Convenzione di Dublino. Al 25 aprile del 2012, i numeri sono rispettivamente 273 e 879, mentre i respinti in questi primi 4 mesi dell’anno sono già stati 627, per la maggior parte albanesi.  Questa situazione conferma che, oltre che ai Cie, grande attenzione da parte di chi vigila sui rispetto dei diritti dei migranti, va posta anche a tutti i valichi di frontiera, che in molti casi rischiano di trasformarsi in altrettanti luoghi di trattenimento senza che la legge lo preveda. Per questo è necessario che anche in questi spazi sia consentito l’accesso a giornalisti e organizzazioni indipendenti. 
Dopo questo primo giro di visite, ci pare urgente l’istituzione di una commissione nazionale permanente, con possibilità di accesso in tutti i luoghi di trattenimento e detenzione, per vigilare sul rispetto dei diritti delle persone private della libertà di movimento.
Arci