Diritti

Grecia, cittadini si nasce

- 10 Agosto 2015

La notizia non è fresca, risale al 9 luglio, ma è passata pressoché inosservata sui nostri mezzi di informazione. In Grecia, proprio nei giorni in cui si andava consumando il durissimo braccio di ferro fra il governo ellenico e l’UE avente come oggetto le misure per affrontare la crisi, il Parlamento trovava il tempo per votare a stragrande maggioranza una proposta di legge per estendere la cittadinanza ellenica ai figli di cittadini immigrati, in particolare di rifugiati, nati in Grecia. A votare a favore Syriza, il partito che ha la maggioranza relativa del Parlamento, e le due forze di centro sinistra, Potomi e Pasok. Contro, oltre ai neonazisti di Alba Dorata, la destra moderata di Nea Demokratia e il partito dei “Greci Indipendenti” Anel, attualmente alleato di governo con la sinistra. Si sono astenuti i quattro presenti al voto del KKE, il Partito Comunista Greco. Lo stesso giorno, il testo approvato è stato registrato e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, l’ultimo passo per farlo diventare ufficialmente legge dello Stato.

La questione della cittadinanza per le cosiddette seconde generazioni era rimasta appesa dal 2010, quando si prospettava una riforma legislativa simile a quella approvata oggi. La riforma era stata approvata ma il Consiglio di Stato l’aveva abrogata nel 2014 senza che il successivo governo conservatore – che si era impegnato a ripresentare un testo – avesse mai preso nuovamente in esame tale progetto. Il significato della adozione di questa legge non può essere sottovalutato, soprattutto ora nelle condizioni attuali in Grecia quando l’importanza della democrazia è sotto gli occhi di tutti.
Il diritto alla cittadinanza per i figli dei migranti che sono nati e cresciuti in Grecia non è negoziabile; la nuova legge sulla cittadinanza serve a colmare il vuoto giuridico lasciato alle spalle. L’adozione di questa legge mette fine alle ingiustizie sociali subite in tanti anni da cittadini stabilmente residenti. Il prossimo passo importante sarà ora rendere praticamente applicabile la legge.  Sarà necessario svolgere un lavoro di formazione verso i funzionari che lavorano nei servizi competenti e di informazione verso i potenziali beneficiari, in merito alle procedure di applicazione corretta del testo.

La sfida più complessa sarà quella di ottenere un senso di accettazione verso i nuovi cittadini della società greca. Oltre alla legge, lo Stato greco dovrà stabilire un percorso per promuovere sistematicamente l’inclusione a livello istituzionale al fine di sostenere la nuova legge sulla cittadinanza nella pratica. Verrà applicato il principio dello ius soli temperato, in parte simile a quello che si prospetta anche da noi. Saranno greci i bambini nati in Grecia da chi risiede regolarmente nel Paese da un certo numero di anni, purché siano iscritti a scuola. I beneficiari, a seconda delle stime, dovrebbero essere tra 100 mila e 200 mila bambini e ragazzi. La proposta di legge porta la firma di Tasia Christodoulopoulou, ministro dell’immigrazione e attivista per i diritti umani. «Cosa dovremmo dire a tutti i migranti che, nonostante le difficoltà, rimangono in Grecia e vogliono che i loro figli diventino greci? Che i loro figli sono migranti? Non lo sono, la loro unica patria è la Grecia» ha dichiarato Christodoulopoulou intervenendo in Parlamento il 24 giugno. La “soluzione greca” garantirebbe sicurezza anche ai genitori dei bambini che diventano cittadini greci.